lunedì 10 marzo 2014

Il Sequestro


Il Sequestro


È tardi;  questa è zona di sequestri: è bene fare attenzione e fare anche presto.  Così pensa la signora mentre scende dalla macchina e si avvia a passi veloci verso casa.  Non giovanissima, tuttavia ancora più che bella e piacente.  Si accorge subito che i suoi timori erano più che giustificati: qualcuno le afferra, improvvisamente,  le mani e gliele lega dietro la schiena; contemporaneamente le mettono, sempre da dietro, una fascia sulla bocca legandogliela sulla nuca per impedirle di gridare; si, è proprio un sequestro, e questa volta, purtroppo, è toccato proprio a lei. La trascinano dentro la macchina che parte subito a gran velocità.   Finalmente può vedere in faccia i suoi sequestratori; ma è strano che non l’abbiano bendata: lei in futuro li potrebbe sempre riconoscere. Naturalmente questa circostanza non la tranquillizza affatto. 
Sono in due, giovani tutti e due; potrebbero avere al massimo trent’anni; peccato, così giovani e già così rovinati  in questo tipo di affari.  Quello che sta al volante ha una faccia pulita, da ragazzo onesto;  incontrandolo per strada non  si immaginerebbe mai che fa questo genere di cose, inoltre è anche un bel ragazzo, alto, spalle larghe, molto robusto. Chissà perché, ma le ispira fiducia e tranquillità. L’altro, che le sta seduto vicino, su un sedile posteriore, invece è tutto l’opposto: non è certo bello , ed ha proprio una faccia da delinquente; mette paura solo a guardarlo.
Tra l’altro la guarda in un modo che non le piace proprio. Visto che ci siamo, dice al compagno, potremmo….non ci pensare proprio, risponde l’altro, quello con la faccia buona; se ti vuoi divertire, trova un altro momento, un altro modo e un’altra persona; noi ora dobbiamo solo pensare a portare a termine l’operazione e nel modo migliore possibile.
Intanto sembra che sono arrivati: fermano la macchina (si trovano su una strada secondaria di campagna) scendono e fanno scendere anche lei e si incamminano tutti e tre lungo un sentiero di montagna.
Dopo circa un’ora di marcia, i due giovani si fermano presso una catapecchia abbandonata e semidistrutta; evidentemente sarà questo il luogo della sua prigionia.  Entrano dentro, le  levano la fascia dalla bocca (tanto anche se grida nessuno la può sentire); il ragazzo con la faccia buona le domanda se sta bene e se ha bisogno di qualcosa. Le dice anche di stare tranquilla perché finirà tutto presto e non le sarà fatto nulla di male.
Naturalmente mi dice questo per farmi stare buona, pensa lei; però è gentile e sicuramente farà di tutto per farmi meno male possibile; peccato che si è fatto coinvolgere in questo affare non bello.
Intanto quello con la faccia cattiva insiste: ma perché no? che c’è di male? che cosa ci può succedere?  Ti ho detto di no e non lo voglio più ripetere, risponde l’altro. 
Intanto lei nota che il ragazzo con la faccia onesta ha al collo una catenina con una medaglia che le è molto familiare: è un istante, le viene quasi da gridare per la gioia…. Ma quello è suo figlio, ha al collo la stessa identica catenina che lei gli mise quando lo porto all’orfanotrofio perché non era in grado di tenerlo. Sono passati tanti anni, ma lei si ricorda tutto, come se fosse successo ieri.  Ma si, è proprio lui; anche l’età che mostra di avere corrisponde con il tempo che è passato.
Quando si separò da questo figlio appena nato, e che amava molto, le sembrò di perdere una parte di se stessa   Si ricorda perfettamente di quei giorni, era giovanissima e lo aveva appena messo al mondo quasi di nascosto; tutti la avevano consigliata di abortire, ma lei non aveva assolutamente voluto; non era ancora sposata, si era trattato di un’infatuazione giovanile; il padre del bimbo si era dileguato. Allora aveva pensato di lasciarlo nell’orfanotrofio; le suore si sarebbero prese cura di lui.  Gli aveva messo al collo quella medaglietta con inciso dietro il nome e la data di nascita per poterlo riconoscere se un giorno lo avesse incontrato.  Lei aveva al collo una medaglietta uguale identica.  Ora suo figlio lo ha ritrovato, ma in che terribili circostanze e che brutta vita fa !
Intanto quello con la faccia cattiva continua a guardarla e in un modo che non lascia dubbi; le si avvicina con chiare intenzioni.  Lei grida ….  suo figlio (che, naturalmente, non sa di essere suo figlio), che stava guardando altrove si gira, vede la scena; è un attimo, non è un pugno, ma una saetta quella che colpisce l’altro in pieno viso.  Si avventano l’uno, contro l’altro, ma suo figlio, che è molto più forte, sta per avere la meglio.  Allora l’altro, con la faccia tutta sanguinante per il pugno ricevuto, vistosi sconfitto, pensa all’estrema ignobile risorsa: estrae dalla tasca la pistola e la punta contro suo figlio pronto a sparare; allora lei non ci pensa due volte…. un balzo improvviso nonostante le mani legate e si interpone tra i due giusto in tempo per ricevere lei, nel cuore, la pallottola destinata al figlio. Cade a terra colpita a morte.  Il ragazzo con la faccia buona si china su di lei per soccorrerla, ma nota subito la medaglia uguale e identica alla sua. Le suore glielo avevano detto che sua madre lo aveva abbandonato solo perché non era in grado di tenerlo e che se avesse voluto avrebbe potuto abortire senza alcun problema; inoltre gli avevano anche detto che aveva una medaglia al collo uguale alla sua.  Guarda bene la medaglia, la tocca, la gira; ma è proprio uguale alla sua. Ma lei perché ha questa medaglia ? le dice… ma chi è lei,… e perché mi ha salvato la vita?  Figlio mio, perché sono tua madre…
Lui si sente come impazzire: mamma, finalmente ti ho trovata;  la stringe, la abbraccia.  Ma purtroppo sente di stringere un corpo morto… è morta…quel delinquente l’ha uccisa.  Con infinita dolcezza depone a terra il corpo della madre; si alza in piedi, si gira verso di lui; l’altro gli punta di nuovo la pistola  contro; ma non fa in tempo a sparare… viene sollevato di peso  e scaraventato fuori dalla finestra in un gran fragore di vetro rotti. Anche per lui è finita.  Allora il giovane dalla faccia buona si gira, con grande tenerezza  solleva il corpo di sua madre e lo depone sul letto, lo compone... le accarezza il viso.  Poi si avvia verso la porta ed esce; la stazione dei carabinieri è vicina. 

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