venerdì 21 marzo 2014

UNA CROCIERA DA SOGNO



UNA CROCIERA DA SOGNO


Che meraviglia guardare la costa che si allontana, la Lanterna che assomiglia ad una matita, il diadema delle luci e le montagne che svaniscono nella foschia…  Non ero mai stata in crociera prima d’ora, certo che una nave di queste proporzioni, così elegante, così bianca, suscita emozioni intense.
La mia roba è già sistemata in cabina, mi guardo intorno sul ponte, lui non si vede… ah sì eccolo!  Stiamo per scendere a cena. La sala è immensa, come tutto il resto, e luccicante, con tanti tavoli rotondi.
Sono la solita sfigata: mi hanno sistemato con una famigliola con bambini, che dopo soli dieci minuti farei volare fuori bordo, una befana danarosa evidentemente in caccia, a meno che la preda non sia lei, e una coppia gay che son gli unici con i quali riesco a conversare serenamente, intelligenti e garbati. Ad un certo punto sento una scarica di adrenalina: non ho dimenticato niente ? Apro la mia trousse di raso e controllo senza farmi notare: sì, ho tutto quello che mi serve…”
Lui intanto si è già seduto: ad un tavolo lontano dal mio, ma non tanto da non poterci guardare negli occhi. E’ solo, meglio così: prima o poi mi noterà, si ricorderà di me, ne sono certa….  . Quando ci lasciammo quella volta lui sapeva tutto di me ed io tutto di lui..  tranne una cosa: il mio telefono  !  se me lo avesse chiesto glielo avrei dato ben volentieri..  troppo timido per chiedermelo… oppure non gli interessavo a tal punto..  oppure chissà perché..  forse voleva che ci incontrassimo di nuovo quasi casualmente. 
Intanto le due bambine ogni tanto mi guardano…  mi vedono tutta assorta. 
Ma ormai tutti si sono accorti che il mio sguardo è fisso altrove.  La vecchia, danarosa e curiosa, cerca di indovinare da che parte sto guardando così intensamente e quale sia l’oggetto di tanto interesse.
Ma lui non mi vede..  possibile che proprio non si ricordi di me ? in fondo sono una bella donna…  proprio lui, lui, non mi guarda per niente.
Intanto si guarda intorno: sembra stia cercando qualcuno.. fossi io l’oggetto del suo interesse…   Guardo anch’io nella sua direzione, i nostri sguardi s’incrociano.  Gli sorrido… lui risponde vagamente al mio sorriso..  oh.. sento già il coro degli angeli... 
Ora però sta guardando da un’altra parte.. il coro degli angeli è già finito. Chissà se mi ha riconosciuto ? se si ricorda di me. La signora ora seduta al suo tavolo è bella ed attraente.. purtroppo.  Non che io lo sia meno… ma gli sta vicina..  ha un vantaggio, rispetto a me, assolutamente incolmabile. C’è poco da fare: sono sempre la solita sfortunata. 
C’è anche un’orchestrina. Non mancherebbe proprio niente per una splendida serata, se solo potessi io stare seduta al suo tavolo.
Sento i miei compagni di tavolo conversare amabilmente: ogni tanto mi guardano incuriositi e anche un po’ dispiaciuti per la mia assenza. Sono tutta presa per lui; continuo a guardare nella sua direzione sperando che si decida a guardare verso di me e che di nuovo i nostri sguardi s’incrocino. 
Intanto è stata servita una deliziosa zuppa di verdure. Svuoto rapidamente il piatto gustandone avidamente il contenuto. Nell’attesa della portata successiva mi alzo e mi avvicino ad una balaustra della sala: il blu profondo del mare che forma un tutt’uno con il colore notturno del cielo mi affascina e mi attrae. Capisco chi si getta in mare di notte: è il fascino del vuoto, del nulla, dell’infinito. Sparire per sempre, annientarsi, ritornare donde proveniamo. Mi affaccio per sentire e godere della tonificante e fresca brezza del mare sul viso. 
Intanto anche lui si alza dal tavolo: va ad appoggiarsi ad un’altra balaustra non lontano da me. Che occasione d’oro: non posso lasciarmela sfuggire.
“Ha già finito di cenare ? guardi che il menu della cena è molto raffinato: non le consiglio di interromperla ora”. Gli dico non appena mi sono avvicinata alla sua balaustra.
 “Forse non lo sa ma su questa nave ci sono cuochi tra i più esperti d’Italia.. se fossi in lei tornerei a sedermi..” “Ma lei che parla tanto e mi dà questi consigli ? mi sembra che lei per prima non intenda seguirli visto che neppure lei si siede”.
“Infatti tra poco tornerò a sedermi..  mi sono alzata solo godermi questo spettacolo splendido ma al tempo stesso terribile … ma ora che sta qui mi dica: non è affascinato anche lei da questa notte così buia, da questo mare così nero che si salda con il cielo, anch’esso nero, questi gorghi bianchi ribollenti … non si sente attratto anche lei ?”.
“Sì è vero..  davvero emozionante !”.
 “Mi raccomando però… non si getti in mare… ma ora la devo lasciare; vorrei continuare a cenare..  e poi non vorrei che i miei compagni di tavolo si sentissero troppo soli..”
“Oh stia tranquilla: non mi getterò, glielo prometto… e buon proseguimento…” risponde lui prima di tornare al proprio tavolo.
La cena è terminata, finalmente !  i miei compagni di tavolo li sopporto sempre meno ! posso andarmene nella sala grande dove un’orchestra suona motivi antichi e nostalgici.  Chissà, forse ci starà anche lui. Infatti, lo vedo seduto su un divano. Mi avvicino e mi siedo. Certo che la faccia tosta non mi fa difetto.
“Allora ? che ne dice della cena ? è stata di suo gradimento ?”
“Ma certamente” risponde lui senza neppure guardarmi in faccia… troppo timido.
“Che ne dice se passeggiamo un po’ sul ponte ?” lo invito io per smuovere un po’ le acque “questa musica è un po’  noiosa”.
“Non sono d’accordo.. comunque passeggiare non mi dispiacerà certo”.
Ci avviamo: dopo giri vari mi avvio, con grande noncuranza, verso la mia cabina.
“Ecco vede ! questa è la mia cabina…” apro la porta, entro dentro. Lui rimane fuori esitante.
“Ma entri, entri pure, non si preoccupi… gradisce un po’ di whisky ?”
“Oh sì certo… lei è molto gentile..”.
Entra e si chiude la porta dietro. Mi avvicino ad un armadietto dove tenevo il whisky.. ma non lo trovo.
“Oh che sbadata… pensavo di averlo portato, mi dispiace”.
“Ma le pare.. non si preoccupi…”.
All’improvviso mi sento cingere alla vita da due mani di acciaio… mi solleva con le sue forti braccia e mi deposita sul letto.
Un urto tremendo, un boato terribile: lui si blocca immediatamente, anche io. Ci guardiamo negli occhi terrorizzati. Un istante dopo la sirena dell’allarme comincia a suonare. Fuori un fuggi fuggi generale.   
“Oddio che sarà successo ?”grido terrorizzata. Mi rivesto rapidamente, anche lui; usciamo di corsa dalla cabina e ci mettiamo a correre seguendo il flusso. Lui mi tiene sempre per mano. Arriviamo in coperta, la nave si sta inclinando paurosamente: tra poco affonderemo tutti, ne sono certa.
Onde gigantesche si abbattono sulla nave..  tuoni e fulmini da tutte le parti.
“Ma cosa sarà successo ?” domando ad un ufficiale che mi trovo davanti all’improvviso.
“Sembra che abbiamo imboccato un tunnel spazio-temporale..  la curvatura dello spazio tempo di Einstein..  non so se conosce questa teoria… potremmo tornare indietro nel tempo… queste onde gigantesche sono onde gravitazionali”.
“Mio Dio” esclamo terrorizzata “e ora che cosa ci succederà..”.
“Non lo so… nessuno lo sa..” e fugge via come tutti.
Ad un tratto, improvvisamente la tempesta cessa… ma le sorprese non sono finite: infatti la nebbia si è diradata è vero, però in compenso udiamo dei boati, come se fossero cannonate.  Scorgiamo all’orizzonte delle navi..  ma sembrano antiche… si stanno sparando tra loro.  Alcune hanno bandiera con la mezzaluna, altre con la croce…  alcune, le più gigantesche, con il leone di  san Marco.  “Secondo me questa è la battaglia di Lepanto” dice uno che sta fuggendo come tutti.   Intanto una nave con la mezzaluna si è avvicinata alla nostra: sale uno con un turbante seguito da uomini armati di lance e scimitarre. “Presto: le donne tutte da una parte e gli uomini dall’altra !” ordina quello col turbante in testa. Gli armati mi prendono e mi trascinano da una parte insieme alle altre donne.
“E ora che ci faranno ?” domando a una signora vicina a me anche lei trascinata via.
“Questi sono turchi: le donne più belle sono destinate all’harem del sultano, le altre in pasto ai soldati. Così ricordo da un libro di storia”.
“Mio dio, spero che finirò nell’harem, meglio che in pasto ai soldati…”
“Non ti credere” risponde la mia compagna di sventura ”quando il sultano si stufa di una donna la fa chiudere in un sacco e poi buttare a mare… ogni tanto poi fanno un repulisti generale nell’harem: tutte chiuse nei sacchi e a mare”.
“Ma se non ricordo male la battaglia di Lepanto fu vinta dai cristiani.. vedrai che presto arriveranno i cristiani e ci salveranno da questi mostri..”.
Infatti una nave battente bandiera con la croce si sta avvicinando a noi.
“Evviva.. arrivano i cristiani.. siamo salvi…” gridiamo tutti entusiasticamente.
Infatti i turchi abbandonano subito la nave e si allontanano rapidamente.
“Venite venite…   siamo cristiani anche noi”  gridano tutti agitando le braccia per farsi vedere dagli occupanti la nave cristiana.
Una scialuppa con degli armigeri e un frate con una croce si sta avvicinando a noi. Il frate sale a bordo seguito dagli armigeri. 
“Oh padre !  Come sono felice di vedervi” grido io abbracciandolo.
Ma il frate mi allontana bruscamente
“Chi sei donna ?  il tuo nome ?”
“Giovanna” rispondo io subito, un po’ preoccupata per l’accoglienza del frate, così poco gentile.
“E queste innocenti bambine ? chi sono ?”.
“Le mie figliole padre” risponde subito la mia vicina di tavolo.
“Portatele via nella mia cabina” ordina il frate agli armigeri “santa romana chiesa si occuperà di loro, tenendole lontane da queste peccatrici”.
“Ma sono le mie figliole… che fate ?  non potete portarmele via”  implora inutilmente la mia vicina mentre gli armigeri trascinano via le due bambine.
 “E quest’uomo col quale ti accompagni ?” mi domanda il frate con tono minaccioso.
“Un amico…”
“Ah..  un amico !  femmina peccatrice, figlia del diavolo, questo sarebbe un tuo amico ? strega, tu lo vuoi portare alla perdizione !  sarai bruciata viva ! presto portate via anche lei!”.
Gli armigeri mi prendono uno da una parte e uno dall’altra senza tanti complimenti. Mi ritrovo in una cella buia della nave cristiana.
Poco dopo arriva un armigero
“Vieni con me: l’inquisitore ti vuole vedere” e mi trascina via.
“Femmina peccatrice, santa romana chiesa, nella sua somma clemenza ha pietà di te e della tua anima: sottoponiti al rito della purificazione e la tua anima sarà salva. Se ti sottoporrai al rito dopo che sarai stata bruciata andrai nel purgatorio invece che all’inferno: nel purgatorio resterai per qualche secolo per espiare i tuoi peccati; poi potrai entrare nel paradiso, anche se non lo meriti”.
“Uhm.. ma se mi purificherò ben bene, magari non mi brucerete ?”
“Può darsi, vedremo: ora spogliati tutta nuda”.
“Ah vecchio porco, sarebbe questa la purificazione ?”
“Non capisci strega ? il tuo immondo corpo, insozzato dal peccato, al contatto con le mie sante membra sarà purificato !”
“Allontanati porco schifoso..”
“Osi ribellarti a santa romana chiesa ? sarai bruciata e andrai dritta all’inferno. Presto, portatela via”.
“Ma no, no, lasciatemi… non ho fatto nulla di male..”.
 “Ma che fai, smetti di agitarti, non riesco a dormire !  non fai altro che girarti e rigirarti ! è da un sacco di tempo che ti agiti e non mi fai dormire”. Ah, penso io ma allora era solo un sogno !  meglio così.
Mi preparo in fretta: ho fatto tardi, devo andare di corsa. Esco di casa, lo incontro sul pianerottolo, il mio vicino di casa. Per fortuna si è salvato anche lui, dai turchi e dai cristiani. 

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