UNA CROCIERA DA SOGNO
Che meraviglia guardare la costa che si allontana, la
Lanterna che assomiglia ad una matita, il diadema delle luci e le montagne che svaniscono nella foschia… Non ero mai stata in crociera prima d’ora,
certo che una nave di queste proporzioni, così elegante, così bianca, suscita
emozioni intense.
La mia roba è già sistemata in cabina, mi guardo intorno sul
ponte, lui non si vede… ah sì eccolo!
Stiamo per scendere a cena. La sala è immensa, come tutto il resto, e
luccicante, con tanti tavoli rotondi.
Sono la solita sfigata: mi hanno sistemato con una
famigliola con bambini, che dopo soli dieci minuti farei volare fuori bordo,
una befana danarosa evidentemente in caccia, a meno che la preda non sia lei, e
una coppia gay che son gli unici con i quali riesco a conversare serenamente,
intelligenti e garbati. Ad un certo punto sento una scarica di adrenalina: non
ho dimenticato niente ? Apro la mia trousse di raso e controllo senza farmi
notare: sì, ho tutto quello che mi serve…”
Lui intanto si è già seduto: ad un tavolo lontano dal mio,
ma non tanto da non poterci guardare negli occhi. E’ solo, meglio così: prima o
poi mi noterà, si ricorderà di me, ne sono certa…. . Quando ci lasciammo quella volta lui sapeva
tutto di me ed io tutto di lui.. tranne
una cosa: il mio telefono ! se me lo avesse chiesto glielo avrei dato ben
volentieri.. troppo timido per
chiedermelo… oppure non gli interessavo a tal punto.. oppure chissà perché.. forse voleva che ci incontrassimo di nuovo
quasi casualmente.
Intanto le due bambine ogni tanto mi guardano… mi vedono tutta assorta.
Ma ormai tutti si sono accorti che il mio sguardo è fisso
altrove. La vecchia, danarosa e curiosa,
cerca di indovinare da che parte sto guardando così intensamente e quale sia
l’oggetto di tanto interesse.
Ma lui non mi vede..
possibile che proprio non si ricordi di me ? in fondo sono una bella
donna… proprio lui, lui, non mi guarda
per niente.
Intanto si guarda intorno: sembra stia cercando qualcuno..
fossi io l’oggetto del suo interesse…
Guardo anch’io nella sua direzione, i nostri sguardi s’incrociano. Gli sorrido… lui risponde vagamente al mio
sorriso.. oh.. sento già il coro
degli angeli...
Ora però sta guardando da un’altra parte.. il coro degli
angeli è già finito. Chissà se mi ha riconosciuto ? se si ricorda di me. La
signora ora seduta al suo tavolo è bella ed attraente.. purtroppo. Non che io lo sia meno… ma gli sta
vicina.. ha un vantaggio, rispetto a
me, assolutamente incolmabile. C’è poco da fare: sono sempre la solita sfortunata.
C’è anche un’orchestrina. Non mancherebbe proprio niente per
una splendida serata, se solo potessi io stare seduta al suo tavolo.
Sento i miei compagni di tavolo conversare amabilmente: ogni
tanto mi guardano incuriositi e anche un po’ dispiaciuti per la mia assenza.
Sono tutta presa per lui; continuo a guardare nella sua direzione sperando che
si decida a guardare verso di me e che di nuovo i nostri sguardi
s’incrocino.
Intanto è stata servita una deliziosa zuppa di verdure.
Svuoto rapidamente il piatto gustandone avidamente il contenuto. Nell’attesa
della portata successiva mi alzo e mi avvicino ad una balaustra della sala: il
blu profondo del mare che forma un tutt’uno con il colore notturno del cielo mi
affascina e mi attrae. Capisco chi si getta in mare di notte: è il fascino del
vuoto, del nulla, dell’infinito. Sparire per sempre, annientarsi, ritornare
donde proveniamo. Mi affaccio per sentire e godere della tonificante e fresca
brezza del mare sul viso.
Intanto anche lui si alza dal tavolo: va ad appoggiarsi ad
un’altra balaustra non lontano da me. Che occasione d’oro: non posso
lasciarmela sfuggire.
“Ha già finito di cenare ? guardi che il menu della cena è
molto raffinato: non le consiglio di interromperla ora”. Gli dico non appena mi
sono avvicinata alla sua balaustra.
“Forse non lo sa ma
su questa nave ci sono cuochi tra i più esperti d’Italia.. se fossi in lei
tornerei a sedermi..” “Ma lei che parla tanto e mi dà questi consigli ? mi
sembra che lei per prima non intenda seguirli visto che neppure lei si siede”.
“Infatti tra poco tornerò a sedermi.. mi sono alzata solo godermi questo spettacolo
splendido ma al tempo stesso terribile … ma ora che sta qui mi dica: non è
affascinato anche lei da questa notte così buia, da questo mare così nero che
si salda con il cielo, anch’esso nero, questi gorghi bianchi ribollenti … non
si sente attratto anche lei ?”.
“Sì è vero.. davvero
emozionante !”.
“Mi raccomando
però… non si getti in mare… ma ora la devo lasciare; vorrei continuare a
cenare.. e poi non vorrei che i miei
compagni di tavolo si sentissero troppo soli..”
“Oh stia tranquilla: non mi getterò, glielo prometto… e buon
proseguimento…” risponde lui prima di tornare al proprio tavolo.
La cena è terminata, finalmente ! i miei compagni di tavolo li sopporto sempre
meno ! posso andarmene nella sala grande dove un’orchestra suona motivi antichi
e nostalgici. Chissà, forse ci starà
anche lui. Infatti, lo vedo seduto su un divano. Mi avvicino e mi siedo. Certo che la faccia tosta non mi fa difetto.
“Allora ? che ne dice della cena ? è stata di suo gradimento
?”
“Ma certamente” risponde lui senza neppure guardarmi in
faccia… troppo timido.
“Che ne dice se passeggiamo un po’ sul ponte ?” lo invito io
per smuovere un po’ le acque “questa musica è un po’ noiosa”.
“Non sono d’accordo.. comunque passeggiare non mi dispiacerà
certo”.
Ci avviamo: dopo giri vari mi avvio, con grande noncuranza,
verso la mia cabina.
“Ecco vede ! questa è la mia cabina…” apro la porta, entro
dentro. Lui rimane fuori esitante.
“Ma entri, entri pure, non si preoccupi… gradisce un po’ di
whisky ?”
“Oh sì certo… lei è molto gentile..”.
Entra e si chiude la porta dietro. Mi avvicino ad un
armadietto dove tenevo il whisky.. ma non lo trovo.
“Oh che sbadata… pensavo di averlo portato, mi dispiace”.
“Ma le pare.. non si preoccupi…”.
All’improvviso mi sento cingere alla vita da due mani di
acciaio… mi solleva con le sue forti braccia e mi deposita sul letto.
Un urto tremendo, un boato terribile: lui si blocca
immediatamente, anche io. Ci guardiamo negli occhi terrorizzati. Un istante dopo
la sirena dell’allarme comincia a suonare. Fuori un fuggi fuggi generale.
“Oddio che sarà successo ?”grido terrorizzata. Mi rivesto
rapidamente, anche lui; usciamo di corsa dalla cabina e ci mettiamo a correre
seguendo il flusso. Lui mi tiene sempre per mano. Arriviamo in coperta, la nave
si sta inclinando paurosamente: tra poco affonderemo tutti, ne sono certa.
Onde gigantesche si abbattono sulla nave.. tuoni e fulmini da tutte le parti.
“Ma cosa sarà successo ?” domando ad un ufficiale che mi trovo
davanti all’improvviso.
“Sembra che abbiamo imboccato un tunnel
spazio-temporale.. la curvatura dello
spazio tempo di Einstein.. non so se
conosce questa teoria… potremmo tornare indietro nel tempo… queste onde
gigantesche sono onde gravitazionali”.
“Mio Dio” esclamo terrorizzata “e ora che cosa ci
succederà..”.
“Non lo so… nessuno lo sa..” e fugge via come tutti.
Ad un tratto, improvvisamente la tempesta cessa… ma le
sorprese non sono finite: infatti la nebbia si è diradata è vero, però in compenso
udiamo dei boati, come se fossero cannonate.
Scorgiamo all’orizzonte delle navi..
ma sembrano antiche… si stanno sparando tra loro. Alcune hanno bandiera con la mezzaluna, altre
con la croce… alcune, le più
gigantesche, con il leone di san Marco. “Secondo me questa è la battaglia di Lepanto”
dice uno che sta fuggendo come tutti.
Intanto una nave con la mezzaluna si è avvicinata alla nostra: sale uno
con un turbante seguito da uomini armati di lance e scimitarre. “Presto: le
donne tutte da una parte e gli uomini dall’altra !” ordina quello col turbante
in testa. Gli armati mi prendono e mi trascinano da una parte insieme alle
altre donne.
“E ora che ci faranno ?” domando a una signora vicina a me
anche lei trascinata via.
“Questi sono turchi: le donne più belle sono destinate
all’harem del sultano, le altre in pasto ai soldati. Così ricordo da un libro
di storia”.
“Mio dio, spero che finirò nell’harem, meglio che in pasto
ai soldati…”
“Non ti credere” risponde la mia compagna di sventura
”quando il sultano si stufa di una donna la fa chiudere in un sacco e poi
buttare a mare… ogni tanto poi fanno un repulisti generale nell’harem: tutte
chiuse nei sacchi e a mare”.
“Ma se non ricordo male la battaglia di Lepanto fu vinta dai
cristiani.. vedrai che presto arriveranno i cristiani e ci salveranno da questi
mostri..”.
Infatti una nave battente bandiera con la croce si sta
avvicinando a noi.
“Evviva.. arrivano i cristiani.. siamo salvi…” gridiamo
tutti entusiasticamente.
Infatti i turchi abbandonano subito la nave e si allontanano
rapidamente.
“Venite venite…
siamo cristiani anche noi”
gridano tutti agitando le braccia per farsi vedere dagli occupanti la
nave cristiana.
Una scialuppa con degli armigeri e un frate con una croce si
sta avvicinando a noi. Il frate sale a bordo seguito dagli armigeri.
“Oh padre ! Come sono
felice di vedervi” grido io abbracciandolo.
Ma il frate mi allontana bruscamente
“Chi sei donna ? il
tuo nome ?”
“Giovanna” rispondo io subito, un po’ preoccupata per
l’accoglienza del frate, così poco gentile.
“E queste innocenti bambine ? chi sono ?”.
“Le mie figliole padre” risponde subito la mia vicina di
tavolo.
“Portatele via nella mia cabina” ordina il frate agli
armigeri “santa romana chiesa si occuperà di loro, tenendole lontane da queste
peccatrici”.
“Ma sono le mie figliole… che fate ? non potete portarmele via” implora inutilmente la mia vicina mentre gli
armigeri trascinano via le due bambine.
“E quest’uomo col
quale ti accompagni ?” mi domanda il frate con tono minaccioso.
“Un amico…”
“Ah.. un amico ! femmina peccatrice, figlia del diavolo,
questo sarebbe un tuo amico ? strega, tu lo vuoi portare alla perdizione ! sarai bruciata viva ! presto portate via
anche lei!”.
Gli armigeri mi prendono uno da una parte e uno dall’altra
senza tanti complimenti. Mi ritrovo in una cella buia della nave cristiana.
Poco dopo arriva un armigero
“Vieni con me: l’inquisitore ti vuole vedere” e mi trascina
via.
“Femmina peccatrice, santa romana chiesa, nella sua somma
clemenza ha pietà di te e della tua anima: sottoponiti al rito della
purificazione e la tua anima sarà salva. Se ti sottoporrai al rito dopo che
sarai stata bruciata andrai nel purgatorio invece che all’inferno: nel
purgatorio resterai per qualche secolo per espiare i tuoi peccati; poi potrai
entrare nel paradiso, anche se non lo meriti”.
“Uhm.. ma se mi purificherò ben bene, magari non mi
brucerete ?”
“Può darsi, vedremo: ora spogliati tutta nuda”.
“Ah vecchio porco, sarebbe questa la purificazione ?”
“Non capisci strega ? il tuo immondo corpo, insozzato dal
peccato, al contatto con le mie sante membra sarà purificato !”
“Allontanati porco schifoso..”
“Osi ribellarti a santa romana chiesa ? sarai bruciata e
andrai dritta all’inferno. Presto, portatela via”.
“Ma no, no, lasciatemi… non ho fatto nulla di male..”.
“Ma che fai, smetti
di agitarti, non riesco a dormire ! non
fai altro che girarti e rigirarti ! è da un sacco di tempo che ti agiti e non
mi fai dormire”. Ah, penso io ma allora era solo un sogno ! meglio così.
Mi preparo in fretta: ho fatto tardi, devo andare di corsa.
Esco di casa, lo incontro sul pianerottolo, il mio vicino di casa. Per fortuna
si è salvato anche lui, dai turchi e dai cristiani.